sabato 17 ottobre 2015

Leggende degli Indiani d'America

Conosci la leggenda degli Indiani d'America sull'arcobaleno?

Moltissimo tempo fa i colori iniziarono a litigare: ognuno di essi affermava di essere il più importante, il più utile, il migliore!
Il Verde disse: “Sono io il più importante. Io sono la vita e la speranza. Fui scelto per l’erba, per gli alberi e per le foglie. Senza di me, tutti gli animali morirebbero. Guardate la campagna e vedrete che sono nella maggioranza delle cose.”
Il Blu lo interruppe: “Tu pensi solamente alla terra, ma io sono il cielo e il mare. L’acqua è la base della vita, viene giù dal cielo, dalle nuvole, dal mare profondo. Il cielo dà spazio, pace e serenità. Senza la mia pace, tutti voi non sareste nulla.”
Il Giallo allora ridacchiò: “Voi siete tutti troppo seri. Io porto l'allegria, la felicità e calore nel mondo. Il sole è giallo, la luna è gialla, le stelle sono gialle. Ogni volta che un girasole viene guardato, chi lo guarda sorride di gioia. Senza di me non ci sarebbe divertimento.”
Prosegui l’Arancione: “Io sono il colore della salute e della forza. Forse sono poco presente, ma sono prezioso perché dono le necessità della vita umana. Io porto le più importanti vitamine attraverso carote, zucche, arance, mango. Io riempio il cielo, all’aurora o al tramonto. La mia bellezza si diffonde così tanto che nessuno attorno a voi può distoglierne il pensiero”
Il Rosso, che non sopportava più tale discorso, urlò: “Io sono il padrone di tutti di voi! Io sono il sangue della vita! Io sono il colore del pericolo e del valore. Io sono disposto a lottare per una causa. Io porto fuoco nel sangue. Senza me, la terra sarebbe vuota come la luna. Io sono colore di passione e d’amore, la rosa rossa ed il papavero.”
Toccò poi al Porpora. Lui era molto alto e parlò con grande pompa: “Io sono il colore della regalità e del potere. Re e persone di potere mi hanno sempre scelto perché io sono segnale di autorità e saggezza. Le persone non mi interrogano, loro mi ascoltano e mi rispettano.”
Infine, parlò l’Indaco, molto più quietamente di tutti gli altri, ma con moltissima determinazione: “Pensate a me. Io sono il colore del silenzio. Non mi si vede proprio, ma senza di me tutti voi diverreste superficiali. Io rappresento il pensiero e la riflessione, il crepuscolo e l’acqua profonda. Tutti voi avete bisogno di me per equilibrio e contrapposizione, per preghiera e pace interna.”
E così i colori continuarono a vantarsi, ognuno convinto della propria superiorità.
Ma tuonò improvvisamente un bagliore sorprendentemente brillante. La pioggia iniziò a cadere implacabilmente e i colori si acquattarono per la paura, avvicinandosi l’un l’atro per confortarsi.
Nel mezzo del clamore, la pioggia cominciò a parlare: “Siete colori sciocchi! Lottate fra voi, tentando di dominare l’uno sull’altro. Non sapete che ognuno di voi è stato creato per uno scopo speciale, unico e diverso? Prendetevi le mani e venite da me!
Facendo come gli fu detto tutti i colori si unirono e si presero per mano, La pioggia continuo: “D’ora in poi, quando piove, ognuno di voi attraverserà il cielo in un grande arco di colore, come un promemoria dove potete vivere tutti in pace. L’arcobaleno è un segnale di speranza per il domani.”
In questo modo, ogni volta che una buona pioggia viene a lavare il mondo e un arcobaleno appare nel cielo, ci è permesso di apprezzare e ricordare tutti i colori.
Leggenda Indiani d'America
www.ilviaggiosciamanico.it


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