DIO E' UOMO O DONNA?
A voi la scelta.
Molti credono che Dio sia sempre stato una figura maschile, eppure un tempo, prima dell'avvento delle religioni monoteiste, veniva adorata la Dea, espressione della natura, della terra, del cielo, del regno animale e di tutto ciò che esiste. Del culto della Dea si trovano tracce fin dalla civiltà Sumera, nell'antico Egitto, dove prendeva il nome di Iside, ma compare anche tra i popoli celti. Il culto della Dea metteva in risalto il ruolo della donna, considerata fonte di vita e per questo tenuta in grande considerazione. La donna, infatti, poteva essere sacerdotessa, guerriera, leader politico e occupare tutti i ruoli che oggi vengono considerati di appannaggio esclusivo dell'uomo. Con l'avvento delle religioni monoteiste, come quella cristiana, ebraica e islamica, l'adorazione della Dea divenne punibile con la morte. Una lunga serie di guerre ha gradualmente distrutto le culture matriarcali imponendo il culto di un unico Dio onnipotente.
Le religioni patriarcali consideravano (e in parte considerano tutt'oggi) la sessualità e tutto ciò che può essere definito terreno, peccaminoso. In questa nuova visione repressiva l'uomo dove ubbidire a Dio e tutti gli altri esseri viventi, comprese le donne, devono obbedire all'uomo poiché è fatto ad immagine e somiglianza di Dio e per questo ha il diritto di governare la terra e le sue creature.
Nelle religioni patriarcali si può raggiungere l'illuminazione spirituale solo attraverso la negazione della sessualità e dei piaceri terreni. Questo ha portato l'uomo a distaccarsi sempre più dalla madre terra, distruggendo gradualmente il pianeta, disboscandolo e inquinandolo. Allo stesso modo anche la donna ha subito le conseguenze di questo delirio religioso.
Con l'avvento delle religioni patriarcali la condizione della donna è peggiorata gradualmente perdendo del tutto la sua libertà. La donna divenne di proprietà del padre e successivamente del marito, non poteva possedere beni, governare o assumere una carica religiosa. Ancora oggi subiamo gli strascichi della misoginia perpetuata in nome di Dio.
La nuova visione teologica venne imposta con violenza al punto che le donne potevano essere punite con la lapidazione e altre torture se disubbidivano ai loro mariti o se non arrivavano vergini al matrimonio. La donna era vista come impura, peccatrice, responsabile della caduta dell'uomo e per questo abusata e umiliata nel peggior dei modi. Persino oggi, nel 2017, alcune usanze sopravvivano nel mondo islamico, dove la donna non ha alcuna libertà, non può lasciare il suo paese, né andare a scuola e nemmeno uscire di casa, se non con il consenso del padre o del marito. Questo rende le donne a tutti gli effetti delle prigioniere. La donna può essere obbligata a sposarsi e ad accettare la poligamia del marito, può essere picchiata o ripudiata, ovvero lasciata senza alcun mezzo di sostentamento.
Se queste violazioni dei diritti umani fossero basate sulla razza e non sul genere, non sarebbero tollerate dalle comunità internazionali.
Nel mondo occidentale la donna è riuscita con grandi battaglie a conquistare oggi una maggiore libertà e indipendenza. Personalmente ritengo che questo abbia portato a una maggiore sensibilità globale riguardo le tematiche ambientali. La terra viene nuovamente vista da molti come sacra e pratiche spirituali antiche come lo sciamanesimo o la wicca si stanno diffondendo sempre di più .
La Dea sta cercando di risvegliarsi nel cuore di ognuno di noi, ma ha ancora molti nemici che vogliono screditarla in nome di una religione che ha come unico scopo quello di giustificare la misoginia e la violazione dei diritti umani. Un esempio eclatante è ovviamente lo stato islamico che oggi come ieri utilizza la violenza e il terrore per imporre il loro Dio.
Le religioni patriarcali consideravano (e in parte considerano tutt'oggi) la sessualità e tutto ciò che può essere definito terreno, peccaminoso. In questa nuova visione repressiva l'uomo dove ubbidire a Dio e tutti gli altri esseri viventi, comprese le donne, devono obbedire all'uomo poiché è fatto ad immagine e somiglianza di Dio e per questo ha il diritto di governare la terra e le sue creature.
Nelle religioni patriarcali si può raggiungere l'illuminazione spirituale solo attraverso la negazione della sessualità e dei piaceri terreni. Questo ha portato l'uomo a distaccarsi sempre più dalla madre terra, distruggendo gradualmente il pianeta, disboscandolo e inquinandolo. Allo stesso modo anche la donna ha subito le conseguenze di questo delirio religioso.
Con l'avvento delle religioni patriarcali la condizione della donna è peggiorata gradualmente perdendo del tutto la sua libertà. La donna divenne di proprietà del padre e successivamente del marito, non poteva possedere beni, governare o assumere una carica religiosa. Ancora oggi subiamo gli strascichi della misoginia perpetuata in nome di Dio.
La nuova visione teologica venne imposta con violenza al punto che le donne potevano essere punite con la lapidazione e altre torture se disubbidivano ai loro mariti o se non arrivavano vergini al matrimonio. La donna era vista come impura, peccatrice, responsabile della caduta dell'uomo e per questo abusata e umiliata nel peggior dei modi. Persino oggi, nel 2017, alcune usanze sopravvivano nel mondo islamico, dove la donna non ha alcuna libertà, non può lasciare il suo paese, né andare a scuola e nemmeno uscire di casa, se non con il consenso del padre o del marito. Questo rende le donne a tutti gli effetti delle prigioniere. La donna può essere obbligata a sposarsi e ad accettare la poligamia del marito, può essere picchiata o ripudiata, ovvero lasciata senza alcun mezzo di sostentamento.
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